Quello che leggerai non è un articolo.
È una conversazione che ho avuto con me stesso.
Fin da bambini ci siamo dovuti confrontare con qualcosa che non era nostro.
Non era nostro il modo in cui ci vestivano.
Non erano nostre le scelte.
Non era nostro nemmeno il modo di sorridere, se quel sorriso serviva a far contenti gli altri.
Siamo cresciuti sotto un sistema di aspettative non dichiarate.
Soddisfare qualcuno per un suo piacere personale.
Essere ciò che non abbiamo mai scelto di essere.
Le aspettative non sono amore.
Sono immaginazioni private, che vengono proiettate su qualcun altro e fatte passare per normalità.
Eppure nessuno ce lo dice mai.
Ti dicono: “È per il tuo bene”.
Ma è per il loro.
Il muro delle aspettative può fare danni.
Gravi.
Può portare alla perdita di un figlio.
E non parlo solo della morte, ma di qualcosa di altrettanto irreversibile:
perdere un figlio emotivamente.
Perdere il legame.
Perdere l’accesso alla sua verità.
Perdere il permesso di conoscerlo per quello che è, e non per quello che si voleva che fosse.
Quando un’aspettativa viene infranta, la delusione è doppia.
Chi l’ha creata si sente tradito. Ma non dal figlio, no.
Si sente tradito dall’immagine che si era costruito da solo.
E poi c’è l’altra parte, più silenziosa ma ugualmente devastante.
Chi ha “deluso” l’aspettativa, si sente sbagliato.
Si convince di aver fallito.
Ma non ha fallito in nulla.
Ha solo deciso di essere se stesso.
Ci si aspetta che un figlio sia ciò che una madre o un padre definisce.
Che studi ciò che hanno sognato.
Che ami ciò che approvano.
Che desideri ciò che conoscono.
Ma non capiscono — o non vogliono capire — che un figlio non è loro.
Un figlio è un essere pensante, autonomo.
Ha un cervello.
Ha un’identità che non si può forzare dentro un sogno altrui.
Le aspettative sono deleterie.
Sottili, ma invadenti.
E spesso, quando le senti addosso, ti convinci che siano colpa tua.
Ma non lo sono.
Non lo sono mai state.
Sono solo il peso delle immagini che qualcun altro ha costruito
su un corpo, una mente, un’anima
che non gli sono mai appartenuti.
Domanda
Quante volte ti sei sentito sbagliato…
solo perché non hai rispettato un copione che non avevi mai scritto?